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0001 <sect1 id="ai-parallax"> 0002 <sect1info> 0003 <author 0004 ><firstname 0005 >James</firstname 0006 > <surname 0007 >Lindenschmidt</surname 0008 > </author> 0009 </sect1info> 0010 <title 0011 >Parallasse</title> 0012 <indexterm 0013 ><primary 0014 >Parallasse</primary 0015 ></indexterm> 0016 <indexterm 0017 ><primary 0018 >Unità astronomica</primary 0019 ><see 0020 >Parallasse</see 0021 ></indexterm> 0022 <indexterm 0023 ><primary 0024 >Parsec</primary 0025 ><see 0026 >Parallasse</see 0027 ></indexterm> 0028 <para 0029 >La <firstterm 0030 >parallasse</firstterm 0031 > e il cambiamento apparente della posizione di un oggetto osservato dovuta al variare della posizione dell'osservatore. Per esempio, tieni una mano di fronte a te col braccio disteso in avanti, e osserva un oggetto dall'altro lato della stanza, dietro la tua mano. Ora inclina la testa verso la spalla destra, e la tua mano sembrerà essere a sinistra dell'oggetto distante. Inclina la testa verso la spalla sinistra, e la tua mano sembrerà spostarsi a destra dell'oggetto distante. </para> 0032 <para 0033 >Dato che la Terra è in orbita attorno al Sole, noi osserviamo il cielo da una posizione in costante movimento nello spazio. Perciò ci dovremmo aspettare di vedere un effetto di <firstterm 0034 >parallasse annua</firstterm 0035 >, in cui le posizioni degli oggetti vicini sembrano <quote 0036 >oscillare</quote 0037 > in risposta al nostro moto attorno al Sole. Ciò in effetti avviene, ma le distanze, anche verso le stelle più vicine, sono talmente grandi che occorrono accurate osservazioni con un telescopio per individuare l'effetto.<footnote 0038 ><para 0039 >Gli antichi astronomi greci conoscevano la parallasse; dato che non osservavano alcuna parallasse annua nelle posizioni delle stelle, conclusero che la Terra non potesse essere in moto attorno al Sole. Ciò di cui non si resero conto è che le stelle sono milioni di volte più lontane rispetto al Sole, perciò l'effetto di parallasse è impossibile da osservare ad occhio nudo.</para 0040 ></footnote 0041 >. </para> 0042 <para 0043 >I moderni telescopi permettono agli astronomi di usare la parallasse annuale per misurare le distanze delle stelle vicine, grazie alla triangolazione. Gli astronomi misurano con cura la posizione della stella in due date, a sei mesi di distanza l'una dall'altra. Più la stella è vicina al Sole, maggiore sarà il cambiamento apparente della sua posizione da una data all'altra. </para> 0044 <para 0045 >Durante il periodo di sei mesi la Terra ha percorso metà della propria orbita attorno al Sole, e la sua posizione è cambiata di due <firstterm 0046 >Unità Astronomiche</firstterm 0047 > (abbreviato in UA; un'UA è la distanza dalla Terra al Sole, circa 150 milioni di chilometri). Sembrerebbe una distanza enorme, ma anche la stella più vicina al Sole (Alfa Centauri) è lontana circa <emphasis 0048 >quarantamila miliardi</emphasis 0049 > di chilometri. Per questo motivo la parallasse annuale è molto piccola, tipicamente minore di un <firstterm 0050 >secondo d'arco</firstterm 0051 >, che è solo 1/3600 di un grado. Una conveniente unità di misura della distanza per le stelle vicine è il <firstterm 0052 >parsec</firstterm 0053 >, abbreviazione di "parallasse arcosecondo". Un parsec è la distanza che avrebbe una stella se il suo angolo di parallasse osservato fosse di un secondo d'arco. È pari a 3,26 anni luce, o 31 mila miliardi di chilometri<footnote 0054 ><para 0055 >Agli astronomi quest'unità piace a tal punto che ora usano i <quote 0056 >chiloparsec</quote 0057 > per misurare le distance su scala galattica, e i <quote 0058 >megaparsec</quote 0059 > per misurare distanze intergalattiche, anche se si tratta di distanze decisamente troppo grandi per dare origine a una parallasse osservabile. Per determinare queste distanze sono richiesti altri metodi.</para 0060 ></footnote 0061 >. </para> 0062 </sect1>