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0001 <sect1 id="ai-leapyear"> 0002 <sect1info> 0003 <author 0004 ><firstname 0005 >Jason</firstname 0006 > <surname 0007 >Harris</surname 0008 > </author> 0009 </sect1info> 0010 <title 0011 >Anni bisestili</title> 0012 <indexterm 0013 ><primary 0014 >Anni bisestili</primary> 0015 </indexterm> 0016 <para 0017 >Il moto della Terra ha due componenti principali. In primo luogo c'è la rotazione attorno a un asse; una rotazione completa richiede un <firstterm 0018 >giorno</firstterm 0019 >. In secondo luogo c'è il moto orbitale attorno al Sole; per completare un'orbita ci vuole un <firstterm 0020 >anno</firstterm 0021 >. </para 0022 ><para 0023 >Normalmente ci sono 365 giorni in un anno del <emphasis 0024 >calendario</emphasis 0025 >, ma la verità è che un anno <emphasis 0026 >vero</emphasis 0027 > (&ie; un'orbita completa della Terra attorno al Sole, detto anche <firstterm 0028 >anno tropico</firstterm 0029 >) è un po' più lungo di 365 giorni. In altre parole la Terra, nel tempo che impiega per completare un'orbita, effettua 365,24219 rotazioni. Non è il caso di sorprendersi troppo: non c'è alcuna ragione per aspettarsi che il moto di rotazione e rivoluzione della Terra siano sincronizzati in un modo qualsiasi. Tuttavia, ciò rende alquanto difficile misurare il tempo del calendario... </para 0030 ><para 0031 >Che accadrebbe se ignorassimo le 0,24219 rotazioni extra al termine dell'anno, definendo semplicemente un anno di calendario in modo che sia sempre lungo 365 giorni esatti? Il calendario è sostanzialmente una mappa del cammino della Terra attorno al Sole. Se ignorassimo il pezzetto extra al termine di ogni anno, col passare del tempo la data del calendario sarebbe sempre più in ritardo rispetto alla vera posizione della Terra attorno al Sole. Nel giro di qualche decennio, le date dei solstizi e degli equinozi cambierebbero sensibilmente. </para 0032 ><para 0033 >Per la verità, <emphasis 0034 >in passato</emphasis 0035 > gli anni avevano tutti 365 giorni per definizione, col risultato che il calendario <quote 0036 >scivolava</quote 0037 > via dalle vere stagioni. Nell'anno 46 a.C., Giulio Cesare introdusse il <firstterm 0038 >calendario giuliano</firstterm 0039 >, che conteneva i primi <firstterm 0040 >anni bisestili</firstterm 0041 > della storia. Egli decretò che un anno ogni quattro sarebbe durato 366 giorni, in modo che un anno fosse lungo, in media, 365,25 giorni. Ciò praticamente risolse il problema della deriva del calendario. </para 0042 ><para 0043 >Tuttavia, il problema non era stato del tutto risolto dal calendario giuliano, dato che un anno tropico non dura 365,25 giorni, bensì 365,24219. C'è ancora un problema di deriva del calendario, con l'unica differenza che devono passare molti secoli perché diventi evidente. Fu così che, nel 1582, papa Gregorio XIII istituì il <firstterm 0044 >calendario gregoriano</firstterm 0045 >, che era largamente simile al calendario giuliano, con l'aggiunta di un trucco riguardante gli anni bisestili: gli anni di fine secolo (quelli che terminano con le due cifre <quote 0046 >00</quote 0047 >) sono bisestili solo se divisibili per 400. Così gli anni 1700, 1800 e 1900 non furono bisestili (ma lo sarebbero stati sotto il calendario giuliano), mentre il 2000 <emphasis 0048 >è stato</emphasis 0049 > un anno bisestile. Questa modifica fa sì che la durata media dell'anno diventi di 365,2425 giorni. In questo modo c'è ancora una minuscola deriva, che però causa un errore di soli tre giorni in 10.000 anni. Il calendario gregoriano è ancora usato come calendario standard nella maggior parte del mondo. </para> 0050 <note> 0051 <para 0052 >Curiosità: quando papa Gregorio istituì il calendario gregoriano, si seguiva il calendario giuliano da più di 1500 anni, col risultato che la data era ormai sfasata di oltre una settimana. Papa Gregorio sincronizzò di nuovo il calendario semplicemente <emphasis 0053 >eliminando</emphasis 0054 > dieci giorni: nel 1582, il giorno dopo il 4 ottobre fu il 15 ottobre! </para> 0055 </note> 0056 </sect1>