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0001 <sect1 id="ai-darkmatter">
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0004 <author
0005 ><firstname
0006 >Jasem</firstname
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0008 >Mutlaq</surname
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0017 >Materia oscura</title>
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0020 >Materia oscura</primary>
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0023 <para
0024 >Gli scienziati sono ormai a proprio agio con l'idea che il 90% della massa dell'Universo sia sotto forma di materia invisibile. </para>
0025 
0026 <para
0027 >Nonostante dettagliate mappe dell'Universo vicino che coprono lo spettro dal radio ai raggi gamma, siamo in grado di individuare solo il 10% della massa che deve esistere là fuori. Come disse nel 2001 al New York Times Bruce H. Margon, astronomo all'Università di Washington: <quote
0028 >È una situazione alquanto imbarazzante dover ammettere che non riusciamo a trovare il 90 per cento dell'Universo</quote
0029 >. </para>
0030 
0031 <para
0032 >Il nome dato a questa <quote
0033 >massa mancante</quote
0034 > è <firstterm
0035 >materia oscura</firstterm
0036 >, e queste due parole riassumono abbastanza bene tutto ciò che ne sappiamo al momento. Sappiamo che c'è <quote
0037 >materia</quote
0038 >, perché possiamo vedere gli effetti della sua influenza gravitazionale. Tuttavia, questa materia non emette alcuna radiazione elettromagnetica, da cui l'aggettivo <quote
0039 >oscura</quote
0040 >. Esistono parecchie teorie per spiegare la massa mancante, da particelle subatomiche esotiche a una popolazione di buchi neri isolati, fino a meno esotiche nane bianche e brune. Il termine <quote
0041 >massa mancante</quote
0042 > può essere fuorviante, dato che non è la massa a mancare, ma solo la sua luce. Ma che cos'è esattamente la materia oscura, e come facciamo a sapere che esiste, se non possiamo vederla? </para>
0043 
0044 <para
0045 >La storia ebbe inizio nel 1933, quando l'astronomo Fritz Zwicky stava studiando il moto di ammassi di galassie lontani e di grande massa, nella fattispecie l'ammasso della Chioma e quello della Vergine. Zwicky stimò la massa di ogni galassia dell'ammasso basandosi sulla sua luminosità, e sommò tutte le masse galattiche per ottenere la massa totale dell'ammasso. Ottenne poi una seconda stima indipendente della massa totale, basata sulla misura della dispersione delle velocità individuali delle galassie nell'ammasso. Con sua grande sorpresa, questa seconda stima di <firstterm
0046 >massa dinamica</firstterm
0047 > era <emphasis
0048 >400 volte</emphasis
0049 > più grande della stima basata sulla luce delle galassie. </para>
0050 
0051 <para
0052 >Sebbene l'evidenza sperimentale fosse già forte ai tempi di Zwicky, fu solo negli anni Settanta che gli scienziati iniziarono ad esplorare questa discrepanza in modo sistematico. Fu in quel periodo che l'esistenza della materia oscura iniziò ad essere presa sul serio. L'esistenza di tale materia non avrebbe solo risolto la mancanza di massa negli ammassi di galassie, ma avrebbe avuto conseguenze di ben più larga portata sull'evoluzione e il destino dell'Universo stesso. </para>
0053 
0054 <para
0055 >Un altro fenomeno che suggerì la necessità di materia oscura consiste nelle curve di rotazione delle <firstterm
0056 >galassie spirali</firstterm
0057 >. Le galassie spirali contengono una vasta popolazione di stelle in orbita attorno al centro galattico su orbite quasi circolari, un po' come pianeti in orbita attorno a una stella. Come accade per le orbite planetarie, ci si aspetta che stelle con orbite galattiche più grandi abbiano velocità orbitali minori (si tratta di una semplice enunciazione della terza legge di Keplero). Per la verità, la terza legge di Keplero è applicabile soltanto a stelle vicine alla periferia di una galassia spirale, poiché presuppone che la massa racchiusa dall'orbita sia costante. </para>
0058 
0059 <para
0060 >Tuttavia gli astronomi hanno condotto osservazioni delle velocità orbitali delle stelle nelle regioni periferiche di un gran numero di galassie spirali, e in nessun caso esse seguono la terza legge di Keplero. Invece di diminuire a grandi raggi, le velocità orbitali rimangono con ottima approssimazione costanti. L'implicazione è che la massa racchiusa da orbite di raggio via via maggiore aumenti, anche per stelle che sono apparentemente vicine al limite della galassia. Sebbene si trovino presso i confini della parte luminosa della galassia, questa ha un profilo di massa che apparentemente continua ben al di là delle regioni occupate dalle stelle. </para>
0061 
0062 <para
0063 >Ecco un altro modo di vedere il problema: consideriamo le stelle presso la periferia di una galassia spirale, con velocità orbitali osservate tipicamente di 200 chilometri al secondo. Se la galassia fosse composta solo dalla materia che possiamo vedere, queste stelle la abbandonerebbero in breve tempo, dato che le loro velocità orbitali sono quattro volte più grandi della velocità di fuga dalla galassia. Dato che non si osservano galassie che si stiano disperdendo in questo modo, al loro interno deve trovarsi della massa di cui non teniamo conto quando sommiamo tutte le parti che possiamo vedere. </para>
0064 
0065 <para
0066 >In letteratura sono comparse parecchie teorie per spiegare la massa mancante, come le <acronym
0067 >WIMP</acronym
0068 > (Weakly Interacting Massive Particles, particelle di grande massa debolmente interagenti), i <acronym
0069 >MACHO</acronym
0070 > (MAssive Compact Halo Objects, oggetti compatti di grande massa dell'alone), buchi neri primordiali, neutrini dotati di massa e così via, ciascuna con i suoi pro e contro. Nessuna singola teoria è stata finora accettata dalla comunità astronomica, poiché siamo privi dei mezzi per verificare in modo risolutivo una teoria rispetto all'altra.</para>
0071 
0072 <tip>
0073 <para
0074 >Puoi vedere gli ammassi di galassie studiati dal professor Zwicky per scoprire la materia oscura. Usa la finestra <guilabel
0075 >Trova oggetto</guilabel
0076 > di &kstars; (<keycombo action="simul"
0077 >&Ctrl;<keycap
0078 >F</keycap
0079 ></keycombo
0080 >) per posizionarti su <quote
0081 >M 87</quote
0082 > e trovare l'ammasso della Vergine, e su <quote
0083 >NGC 4884</quote
0084 > per trovare l'ammasso della Chioma. Potrebbe essere necessario aumentare l'ingrandimento per vedere le galassie. Nota che l'ammasso della Vergine appare molto più grande nel cielo. In realtà l'ammasso più grande è quello della Chioma, che appare più piccolo solo perché è più distante. </para>
0085 </tip>
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